Così come nella precedente Corrente (1996), scritta per il medesimo organico, anche in questo brano al pianoforte è affidato un movimento agile e nervoso in trentaduesimi, in tal caso basato su segmenti scalari. Anziché procedere in ostinato, però, lo strumento inserisce periodicamente figure di "mordenti accordali" che scandiscono il fraseggio con ricorrenze determinate secondo un modello frattalico ispirato alle serie numeriche di Fibonacci. Inoltre, un'ulteriore componente eterogenea concorre alla definizione della trama del brano: un elemento melodico modale totalmente estraneo al cromatismo che caratterizza questa parte. Dunque si può facilmente intuire come la Corrente II sia caratterizzata da un lavorio continuo di scambio, di sovrapposizione e di contrapposizione fra questi diversi elementi. Le figure scalari passano continuamente dal pianoforte all'ensemble e proliferano secondo modelli frattalici analoghi ai precedenti, l'elemento melodico si sviluppa progressivamente fino a che uno 'pseudo canone' fra flauto e oboe schiarisce repentinamente il colore della composizione e stempera il flusso cromatico. È l'annuncio dell'epilogo: un guizzo solistico del pianoforte verso il registro grave dal quale aveva preso le mosse. Secondo le parole del compositore "una catabasi nelle viscere primigenie della terra".
Si veda anche Correnti alternate (1997).
a cura di Claudio Proietti
Just as in the previous Corrente (1996), written for the same body of instruments, the piano moves in agile and restless thirty-second notes, in this case based on fragments of scales. But instead of forming a continuous ostinato, the piano periodically inserts figures of "chordal mordents" that mark out the phrasing and whose recurrence is determined by a fractal model based on the Fibonacci series. In addition, another heterogeneous component contributes to the definition of the course of the piece: a modal melodic element that is totally extraneous to the predominating chromaticism of this part. It is therefore not hard to deduce that Corrente II is characterized by a constant bustle of exchange, superposition and contraposition between these different elements. The scale figures pass continuously from the piano to the ensemble and proliferate on the basis of the same fractal models as before, while the melodic element develops progressively until a 'pseudo canon' between the flute and oboe unexpectedly brightens the colour of the composition and stems the chromatic flow. Thus announcing the epilogue: a leap of the piano towards the lower register from which it had derived. In the words of the composer "a descent into the primogenital bowels of the earth".
See also Correnti alternate (1997).
by Claudio Proietti