Flug per clarinetto basso e orchestra |
Organico: | (4 Perc. [2 Vibr., 2 Mr.] - Pf. - A.) | |
Anno di composizione: | 2005 | |
(c): | Suvini Zerboni 2005 | |
Numero di catalogo: | 12691 (partitura in vendita o disponibile con il materiale a noleggio e in visione)
12692 (materiale a noleggio) |
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Commissioni: | Accademia Nazionale di Santa Cecilia | |
Prima esecuzione: | Roma, Auditorium Parco della Musica, 21.10.2005
clb. A. Angster, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dir. P. Rophé |
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Durata: | 18' | |
Una ragione non secondaria per cui la forma concertante occupa uno spazio tanto importante nel catalogo di Fedele a partire dagli anni '90 è il rapporto di stima e amicizia che il compositore ha stretto con solisti di grande valore. Lo ha dichiarato lui stesso facendo esplicito riferimento a Flug e al clarinettista Armand Angster che dell'opera è stato primo interprete. Il rapporto con simili strumentisti è in grado di produrre nel compositore suggestioni e stimoli altrettanto importanti delle opzioni formali e poetiche fornite dal genere 'concerto'. Oltretutto, come scrive lui stesso, «la famiglia dei clarinetti mi intriga sempre più sia per la bellezza assoluta del timbro e per la versatilità dello strumento, ma anche per lo straordinario virtuosismo col quale viene suonato da musicisti fuoriclasse con i quali ho avuto la fortuna di collaborare. E non si tratta soltanto di un virtuosismo 'digitale', meccanico; nel corso dell'ultimo ventennio, infatti, sono state esplorate impensabili regioni del timbro in cui il suono 'classico' dello strumento si strania in un caleidoscopio di colori, di 'grane' sonore, di evoluzioni 'spettrali' che mi hanno suggerito spunti compositivi che si spingono ben oltre il semplice 'effetto'. Cage sosteneva che per una musica nuova fossero necessari nuovi strumenti, e un nuovo strumento può anche essere uno strumento classico 'rinnovato' nel suo lessico".
In questo caso protagonista affascinante e inconsueto di questa 'esplorazione' è il clarinetto basso al quale si affiancano un'orchestra d'archi, quattro percussioni e un pianoforte.
Flug si articola in tre sezioni che fanno riferimento ai modelli di rappresentazione grafica del suono: Attack, Sustain, Decay (modo d'attacco del suono, modo di mantenimento della risonanza, modo di estinzione del suono). Attack corrisponde a una parte in 'ostinato', estremamente ritmica. In essa il gioco principale è dato dalla continua rifrazione delle figure musicali del solista nell'orchestra, in un processo complessivo di accumulazione del materiale. È un movimento estremamente volatile (Flug significa volo in tedesco) ma anche volubile; il compositore stesso lo ha assimilato all'immagine delle traiettorie impazzite di una rondine all'imbrunire. La seconda parte, Sustain, è apparentemente statica. In essa un lento glissando microtonale percorre lo spazio acustico dal registro grave verso l'estremo registro acuto in modo inesorabile e netto. Secondo Fedele è come se, "al pari di una lama tagliente, 'aprisse' nella partitura una ferita indolore, dolce direi, ma ineluttabile. Come un taglio di Fontana... è la didascalia che accompagna questa seconda sezione che si conclude in maniera inaspettata con un sussulto concitato dell'orchestra, un 'urlo collettivo' dal quale fuoriesce il canto solitario del clarinetto basso che si spiega in una lunga cadenza".
Infine Decay, il terzo movimento, che svolge la funzione di una coda nella quale si recuperano dinamismo e fisicità del suono. Questa volta, però, in una prospettiva formale di progressiva sottrazione del materiale che trova il suo punto di riposo in un Si bemolle sovracuto del solista al quale fa seguito, per contrapposizione drastica, un 'addio' fatto di cascami di suono, abbozzi di figure appena soffiati nel registro grave.
a cura di Claudio Proietti
An important, and by no means secondary, reason why the concertante form features so strongly in Fedele's output from the '90s onwards is the relationship of esteem and friendship that the composer nurtured with soloists of high quality. He himself said as much with specific reference to Flug and to the clarinetist Armand Angster, who gave its first performance. His relationship with such players is able to provide him with ideas and stimuli just as important as the formal and poetic options offered by the 'concerto' genre. Above all, as Fedele himself wrote, "I find the clarinet family more and more intriguing both for its absolute beauty of timbre and its versatility, but also for the extraordinary virtuosity with which it is played by the outstanding musicians with whom I have had the good fortune to collaborate. And it is not only a question of 'digital' or mechanical virtuosity; over the last two decades, in fact, unimaginable regions of timbre have been explored where the 'classic' sound of the instrument drifts into a kaleidoscope of colours, of sonic 'grains', of 'spectral' evolutions that have offered me starting-points for my compositions that go far beyond the simple 'effect'. Cage believed that for a new music new instruments were necessary, and a new instrument can also be a classical instrument with a 'renewed' lexicon".
In this case the fascinating and unusual protagonist of this 'exploration' is the bass clarinet, joined by a string orchestra, four percussionists and a piano.
Flug is made up of three sections that make reference to models taken from the graphic representation of sound: Attack, Sustain, Decay. The first part, Attack, is based on an extremely rhythmic 'ostinato'. Its main device is the continuous refraction of the soloist's musical figures in the orchestra, in an overall process of accumulation of material. The underlying movement is extremely volatile (Flug means "flight" in German) but also voluble; the composer himself likened it to the image of the crazed paths of the swift at dusk. The second part, Sustain, is apparently static. A slow microtonal glissando runs relentlessly and cleanly through the acoustic space from the lowest to the topmost register. According to Fedele it is as if, "like a sharp blade, a wound 'opened up' in the score, painless, even sweet, but inescapable. The words Come un taglio di Fontana... are written at the start of this section, which now closes unexpectedly with a concerted jump from the orchestra, a 'collective cry' from out of which the solitary voice of the bass clarinet emerges in a prolonged cadenza".
Finally Decay, the third movement, which acts as a coda where the dynamism and physicality of the sound are recuperated. This time, though, in a formal perspective of progressive subtraction of material that comes to rest on the soloist's top B flat, which is followed, in drastic contrast, by a 'farewell' made up of scraps of sound, barely whispered outlines played in the bottom register.
by Claudio Proietti