Lunenburg Sonata nasce da una richiesta di Paolo Grazia, un musicista straordinario, un amico. E agli amici raramente si può dir di no, soprattutto quando ti propongono sfide intriganti e, per me, scrivere per oboe e pianoforte lo è stata. Lunenburg è una bellissima cittadina canadese, sede di una prestigiosa accademia musicale dove è stata programmata la prima. Il termine Sonata è un vago riferimento alla forma tripartita poiché la composizione è stata prevista in tre movimenti. Attualmente solo due sono stati completati.
Nel primo movimento ho optato per un processo di "mimesi" tra i due strumenti il quali si sovrappongono generando figure omogenee leggermente diffratte da eterofonie più o meno evidenti.
Il tutto dà luogo ad un accumulo progressivo di materiale che si manifesta, nella parte centrale, in un continuum ritmico-dinamico piuttosto esclamato e che a sua volta si frammenta in schegge di pulsazione che richiamano l'inizio del pezzo.
Nel secondo movimento, i profili lineari discendenti, segmenti quasi mai curvilinei dell' oboe, richiamano suggestioni visive: Mondrian, soprattutto.
I "colori primari", invece, sono suggeriti dal contrappunto figurale del pianoforte che, ora distilla perle di armonici come condensazione di note provenienti dal profilo dell'oboe, ora annuncia, con fugaci arpeggi "cloches", le regioni armoniche di appartenenza di quei profili.
Il tutto in un'atmosfera di estrema astrazione e, al tempo stesso, intensità emozionale.