Syntax è un ciclo di tre composizioni idealmente ispirato ai tre massimi compositori del classicismo: Haydn, Mozart e Beethoven. Di questi autori ho preso in considerazione alcuni degli aspetti del comporre che ne caratterizzano lo stile e ne descrivono, appunto, la sintassi. Li ho considerati come metafore assolute della creatività, "archetipi" di strumenti e opzioni estetiche che possono dar luogo, in ogni epoca, a nuove forme e poetiche musicali. In Syntax non c'è alcun riferimento testuale ad opere dei suddetti autori, ma solo, come ho detto, un'attenzione alle opzioni concettuali degli stessi. Riguardo a Syntax 0.1 (if@hay.dn) ho considerato le istanze più significative del compositore austriaco dell'ultimo periodo: estrema sintesi degli elementi musicali, il concetto moderno di proliferazione degli stessi e infine un'attenzione massima al timbro orchestrale. In Syntax 0.2 (if@moz.art) gli elementi che ho messo in evidenza riguardano la brillantezza dell'articolazione e del timbro, in poche parole un aspetto vivacemente virtuosistico (soprattutto nella prima parte) della scrittura orchestrale. Gli altri elementi considerati sono la trasparenza delle armonie nonché il concetto di iterazione dei pattern ritmico-melodici con o senza variazione degli stessi. Nell'ultima parte ho indagato le possibilità di un Adagio disteso e profondo al tempo stesso. In Syntax 0.3 (if@beethov.en) gli spunti salienti della composizione fanno riferimento a un tratto peculiare e in qualche modo rivoluzionario della musica di Beethoven, ovvero la manipolazione del materiale musicale come un codice genetico, una sorta di DNA che produca figure musicali anche molto diverse tra di loro, ma tutte, comunque, riconducibili a una mappa di gesti estremamente semplici e identificabili che, per moltiplicazione, producono organismi di natura estremamente varia. Il tributo alla concezione rivoluzionaria della musica di Beethoven si realizza anche attraverso l'utilizzo di suoni di sintesi gestiti da un sintetizzatore che, alla fine del ciclo, introduce elementi timbrici nuovi in seno all'orchestra, in un clima di slancio e tensione che fanno espressamente riferimento alla temperie dello Sturm und Drang di cui l'autore fu il primo grande interprete.
Ivan Fedele