Due notturni con figura per pianoforte e elettronica |
Il 'suono' e il 'senso' del titolo richiamano immediatamente l'idea di un'opera pittorica, con le sue concretezze materiche e le sue astrazioni simboliche. In realtà, vera protagonista di questo brano è l'acqua: non quale materia fluida e sonora, così come l'hanno celebrata decine di compositori da Schubert e Liszt in poi, ma piuttosto come 'ambiente' del mondo sommerso, come elemento nel quale la diffusione e la percezione della luce e del suono sono altri, radicalmente diversi rispetto a quelli cui la realtà aerea ci ha abituati. Non è certo casuale che Fedele citi come riferimenti poetico-musicali due pagine caratterizzate da un'analoga intenzione evocativa: Vox balenae di George Crumb e La cathédrale engloutie di Claude Debussy.
Il pianoforte protagonista è, in effetti, collocato in un ambiente sonoro delimitato dall'elettronica in modo molto preciso. La disposizione e le caratteristiche dei dieci altoparlanti previsti costruiscono uno spazio geometrico, un parallelepipedo (forse un acquario?), all'interno del quale lo strumento svolge la sua azione. Il pianoforte è, come scrive Fedele, "la figura di cui parla il titolo, il soggetto che si muove nell'ambito del paesaggio sonoro".
Infatti anche tutta la parte dell'elettronica deriva dal suono del pianoforte, prodotto dalla normale percussione dei martelletti, oppure con varie modalità all'interno della cordiera (strofinamento, percussione ecc.), oppure, quando si tratta di live electronics, con modi di trattamento del suono in tempo reale che privilegiano il morphing, la sintesi granulare, la spazializzazione, lo harmonizer. Dal punto di vista performativo sono previste diversi modelli di relazione fra il pianista e i musicisti che agiscono sul live electronics.
Due Notturni con figura è segnato dall'atmosfera di una notte 'sommersa', di una luce intensa ma opaca. È guidato dalla tensione poetica a 'sfocare' lo scatto sonoro perentorio e brillante che inesorabilmente segna l'emissione pianistica. In tal senso l'integrazione fra la parte acustica e quella elettronica risulta assai efficace sia nelle fasi in cui esse si sovrappongono, sia in quelle di assoluta alternanza, sia, soprattutto, in quelle di 'azione e reazione'. Una caratteristica che si estende anche al piano formale. I 'due' notturni vengono infatti percepiti come un'unica composizione nella quale i confini fra le varie parti sembrano sempre sfumare e spezzarsi sia sulla linea temporale che su quella timbrica.
Si veda anche Nachtmusik (2008).
a cura di Claudio Proietti
The 'sound' and the 'sense' of the title immediately bring to mind a pictorial work, with its material concreteness and symbolic abstractions. In reality, the true protagonist of this piece is water: not as fluid and sonic matter, as in dozens of composers from Schubert and Liszt onwards, but rather as a submerged 'environment', as an element in which the diffusion and perception of light and sound are something else, radically different from those we are used to in the open air. It is certainly no mere chance that Fedele quotes as poetic-musical references two works sharing a similar evocative intention: George Crumb's Vox balenae and Claude Debussy's La cathédrale engloutie.
The piano protagonist is, in fact, set in a sonic environment delimited very precisely by the electronics. The arrangement and characteristics of the ten loudspeakers form a geometric space, a parallelepiped (maybe an aquarium?), within which the instrument carries out its action. The piano is, as Fedele writes, "the figure mentioned in the title, the subject that moves within the environment of the sonic landscape".
The entire electronic part is actually derived from the sound of the piano, produced by the normal percussion of the hammers, or through various ways of playing inside the string-board (stroking, percussion etc.), or, in the case of the live electronics, ways of treating the sound such as morphing, granular synthesis, spatialization, and the harmonizer. From the performing point of view, various models of relation are foreseen between the pianist and the musicians working on the live electronics.
The atmosphere of Due Notturni con figura is that of a 'submerged' night, of a light that is intense but opaque. It is characterized by the attempt to 'blur' the peremptory and brilliant sonic release that relentlessly marks the piano part. In this sense the integration between the acoustic and electronic part is highly effective in the phases in which they overlap, in those where there are in total alternation, and, more especially, in those of 'action and reaction'. A feature that also extends into the formal plan. The 'two' nocturnes are in fact perceived as a single composition where the divisions between the various parts always seem blurred and broken up both in terms of time and of timbre.
See also Nachtmusik (2008).
by Claudio Proietti
Ivan Fedele - Two Moons (2013) pf. M.G. Bellocchio
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