Profilo in eco è una composizione autonoma che però deriva direttamente da Donax per flauto solo del 1992. La parte del flauto solista mantiene addirittura una propria autosufficienza e risulta, come suggerisce il titolo, inserita in uno spazio col quale interagisce in profondità. Donax diventa insomma come un disegno a china, perfettamente compiuto e dotato di ogni sfumatura, successivamente trasformato in soggetto pittorico, con un'ambientazione e una nuova gamma di relazioni timbriche e formali.
A determinare lo spazio in cui si svolge la vicenda sonora', Fedele prescrive, ancora una volta, una precisa disposizione dei musicisti sulla scena. In tal modo, come lui stesso scrive "le figure musicali non solo determinano densità e rarefazione degli eventi, ovvero una dialettica sintattica del pezzo, ma anche una dialettica di percorso. Da un lato, il profilo' delle figure in cui si articola la parte del flauto solista delimita sulla partitura uno spazio semantico in divenire; dall'altro, il fenomeno di eco' (nell'accezione più ampia del termine) definisce la percezione di uno spazio acustico delineato dall'interazione tra il solista e il complesso strumentale, disposto secondo una geometria che diventa elemento necessario e anzi indispensabile agli elementi compositivi scelti. In questo modo il complesso appare come un risonatore ambientale continuamente stimolato dalle figure del flauto: queste sono come proiettate in un caleidoscopio che le trasforma, restituendole sotto un nuovo aspetto".
Così il materiale di Donax subisce un filtraggio armonico, vive la condensazione e la rarefazione delle figure, è ridistribuito in modo tale che la polifonia virtuale del flauto diventi una polifonia reale degli strumenti dell'ensemble. Contemporaneamente la proliferazione del materiale occupa tutto lo spazio, in un travaso continuo di elementi che moltiplica i piani di profondità e dunque le potenzialità prospettiche.
Si veda anche Donacis ambra (1997).
a cura di Claudio Proietti
Profilo in eco is a self-contained piece that nevertheless derives directly from Donax for flute written in 1992. The flute part actually retains its own self-sufficiency and, as the title suggests, seems to be set inside a space with which it interacts from deep inside. It is as if Donax were an Indian ink drawing, perfectly accomplished and full of subtle shades, which has subsequently been transformed into the subject of a painting, placed in a setting with a new range of timbral and formal relations.
In order to form the space in which the 'sonic adventure' takes place, Fedele once again requires the musicians to be arranged in a particular fashion on the stage. In this way, as the composer himself writes "the musical figures not only determine the density and rarefaction of the events, in other words a dialectic of the syntax, but also a dialectic of the itinerary. On the one hand, the 'profile' of the figures which make up the flute part delineates a semantic space in progressive development; while on the other, the phenomenon of the 'echo' (in the broadest sense of the word) defines the perception of an acoustic space marked out by the interaction between the soloist and the instrumental group, arranged in a geometry that becomes a necessary and even indispensable element for the compositional choices made. In this way the ensemble appears to be an environmental resonator constantly stimulated by the figures of the flute: it is as if these figures were projected into a kaleidoscope that transforms them, and returns them under a new guise".
The material of Donax undergoes a sort of harmonic filtering, experiences the condensation and rarefaction of its figures, and is redistributed in a way that the virtual polyphony of the flute becomes a true polyphony for the instruments of the ensemble. At the same time the proliferation of the material takes up all the space, with a continuous effusion of elements that increases the number of levels of depth and consequentially the potential perspectives.
See also Donacis ambra (1997).
by Claudio Proietti
Ivan Fedele - Mixtim (2006) fl. M. Caroli, Ensemble Algoritmo, dir. M. Angius |
Warsaw Autumn 2003 : 46th International Festival of Contemporary Music, CD no. 5 (2003) fl. M. Caroli, Ensemble Algoritmo, dir. M. Angius |
· Oplustil José (2015), 'Siglo XXI presenta obras de Ivan Fedele', in Beethovenfm.cl, 19, ago.
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· Gervasoni Arturo, Directionnalités dans la musique d’Ivan Fedele, corso di Musicologia, Université Rennes 2 - Haute Bretagne, 2007, relatore Hervé Lacombe.
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| Ivan Fedele - Profilo in eco 1/22005 | Ensemble Algoritmo, flauto Mario Caroli, dir. Marco Angius, video Toshimaru Hatano |
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| Ivan Fedele - Profilo in eco 2/22005 | Ensemble Algoritmo, flauto Mario Caroli, dir. Marco Angius, video Toshimaru Hatano |
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