Levante Versione per violoncello, quintetto d’archi e pianoforte |
Anno di composizione: | 2000-2009 | |
(c): | Suvini Zerboni 2009 | |
Numero di catalogo: | 13444 (partitura in vendita o disponibile con il materiale a noleggio e in visione)
13445 (materiale a noleggio) |
|
Prima esecuzione: | Stoccolma, Istituto Italiano di Cultura, 5.11.2009
KammarensembleN, dir. F. Ollu |
|
Durata: | 19' | |
A proposito di questo lavoro Ivan Fedele scrive: "Un'idea molto suggestiva sta alla base del progetto della violoncellista Sonia Wieder-Atherton di commissionare a Georges Aperghis, Pascal Dusapin e al sottoscritto tre nuove composizioni per violoncello solista, quintetto d'archi e uno strumento a percussione ad libitum (nel mio caso il cymbalom). Un'idea, dicevo, ma anche un vasto tema intorno al Mediterraneo, un'area geografica che è sempre stata considerata come culla della civiltà. E i tre compositori lo sanno bene in quanto nati in paesi bagnati dal mare nostrum.
Così nasce Levante. Un vento e un punto cardinale, una direzione ma anche una provenienza. Una storia che affonda le radici in un passato importante e che ci riporta agli archetipi classici così come la mitologia prima e la filosofia poi ci hanno indicato.
Queste le suggestioni e la temperie emotiva in cui mi sono immerso durante la scrittura di questa composizione: raffiche burrascose si alternano a calme meditative. Il canto non è più "sospeso" e vuole liberarsi in figure essenziali, archetipiche e, forse, arcaiche. La scrittura si riflette nelle risonanze del cymbalom come l'anima nell'eterna spola fra conscio e inconscio. Così, uomo del sud, riabbraccio la mia terra...".
Se le parole del compositore non fossero state abbastanza chiare, basta aprire la partitura alla prima pagina e leggere la prima indicazione agogica del brano: "Con slancio eolico!". Un turbinio frenetico, scosso da raffiche impetuose che gli interventi del cymbalom segnalano in modo evidente; poi all'improvviso la calma, un'oasi di luce vibrante nella quale appare per la prima volta la voce del violoncello solista. È così che - attraverso le strade lunghe e tortuose dei suoni armonici, spesso uniti a trilli, doppie e triple corde, i cambiamenti repentini di situazione, i ritorni impetuosi e la calma delle meditazioni il canto procede peritoso fino alla commovente e piena rivelazione dell'"Adagio inquieto". Dopo, non resta che l'estinzione, nello sfumare inevitabile e impercettibile segnato da inafferrabili glissando di armonici del cymbalom e del contrabbasso.
La seconda versione, del 2009, è contrassegnata solo dalla sostituzione del cymbalom con il pianoforte.
Si veda anche Est! (d'apres "Levante") (2005).
a cura di Claudio Proietti
Writing about this work Ivan Fedele remarks: "A very fascinating idea lies behind the plan proposed by the 'cellist Sonia Wieder-Atherton to commission Georges Aperghis, Pascal Dusapin and myself to write three new works for 'cello soloist, string quintet and a percussion instrument of our choice (in my case the cymbalom). An idea, as I said, but also a vast theme involving the Mediterranean, a geographic area that has always been considered the cradle of civilization. And the three composers are only too aware of this, all coming from countries bathed by mare nostrum.
And so Levante was born. A wind and a cardinal point, a direction but also a provenance. A story that sinks its roots in a venerable past and takes us back to the classical archetypes, just as mythology first and then philosophy have told us.
Such were the fancies and the emotional climate in which I immersed myself while writing this work: stormy bursts alternated with meditative calms. The song is no longer 'suspended' and wishes to free itself into figures that are essential, archetypal and, perhaps, archaic. The writing is reflected in the resonances of the cymbalom like the soul in the eternal shuttling between the conscious and unconscious. Thus, a man of the south, I re-embrace my land...".
Should the words of the composer have not been clear enough, suffice it to open the score at the first page and read the first agogic marking of the piece: "Con slancio eolico!". A frenetic whirling, shaken by impetuous outbursts clearly underlined by the interventions of the cymbalom; then suddenly the calm, an oasis of vibrant light in which the voice of the 'cello appears for the first time. And so it is that along the long and winding roads of the harmonic sounds, often in association with trills, double and triple stopping, the unexpected changes of situation, the impetuous rekindlings and the calm of the meditations the song timidly proceeds until reaching the moving and full revelation of the "Adagio inquieto". Afterwards, there remains only extinction, in an inevitable and imperceptible fading with elusive glissandos of harmonics on the cymbalom and the double bass.
The second version, from 2009, differs only in the substitution of the cymbalom with the piano.
See also Est! (d'apres "Levante") (2005).
by Claudio Proietti