Richiamo per ottoni, percussioni ed elettronica |
Era quasi ineluttabile che, dopo l'appropriazione stereofonica dello spazio di Duo en résonance, Fedele ripensasse alla storia, alla 'musica in movimento' dei cori battenti di Andrea e Giovanni Gabrieli nella veneziana Basilica di San Marco. Ecco dunque Richiamo, non a caso basato sugli ottoni, strumenti di quella musica, che utilizza radicalmente l'effetto stereofonico disponendo sulla scena in modo perfettamente simmetrico coppie di trombe, corni, tromboni e due gruppi di percussioni. Ciascuna coppia è concepita come un unico strumento stereofonico capace di emettere i suoni ora dall'uno ora dall'altro padiglione in una serie continua di rimandi. Si introduce così all'interno dell'ensemble la dinamica del richiamo che descrive nello spazio geometrie multidimensionali.
La parte elettronica è basata su pochissimi suoni, campionati dagli stessi strumenti in scena e rielaborati attraverso un processo di sintesi granulare. La loro diffusione in sala avviene attraverso sei punti che determinano un'ulteriore e più ampia dimensione spaziale dotata di una propria coerenza interna. Fra i due circuiti il compositore stabilisce una stretta interrelazione che ne moltiplica le potenzialità dinamiche e percettive.
Siamo dunque ben oltre il semplice rimando, la semplice eco, il semplice effetto stereofonico. Fra gli strumenti e gli altoparlanti si determina un unico spazio sonoro esteso nel quale agisce un ensemble costituito insieme da fonti sonore acustiche ed elettroniche. Allo spettatore è così offerta la possibilità di una percezione unitaria. Ciò manifesta l'ulteriore accentuazione da parte di Fedele nel manifestare la propria volontà di comporre per e con lo spazio. Considerata insieme alla sua costante ricerca per abolire un'unica direzionalità sulla linea temporale ascolto-percezione-memoria, essa collocò Richiamo al centro delle problematiche di più bruciante attualità relativamente al pensiero compositivo dei linguaggi artistici.
La composizione è strutturata in un'introduzione e quattro parti diverse per la cui analisi dettagliata si rimanda al contributo di Marco Ligabue.
Si veda anche Coram Requiem (1996).
a cura di Claudio Proietti
It was almost inevitable that, after the stereophonic use of space in Duo en résonance, Fedele would turn his thoughts to the history, to the 'music in movement', of the split choirs exploited by Andrea and Giovanni Gabrieli in the Basilica di San Marco in Venice. And it is no mere chance that brass instruments, so typical of the historical genre, feature strongly in Richiamo, a piece in which the composer makes a radical use of the stereophonic effect by arranging pairs of trumpets, horns, trombones and two groups of percussion in a perfectly symmetrical fashion on the stage. Each pair is conceived as a single stereophonic instrument able to emit sounds now from one side, now from the other, in a continuous series of echoes. In this way a system of "recalls" is set up within the ensemble that delineates multidimensional geometries in space.
The electronics part is based on very few sounds, sampled from the instruments on stage and re-elaborated through a process of granular synthesis. The sounds are broadcast throughout the hall from six points that constitutes a further, wider spatial dimension with its own internal coherence. The composer establishes a close interrelationship between the two circuits that multiplies their dynamic and perceptual potentials.
We have thus moved far beyond the simple repetition, the simple echo, the simple stereophonic effect. Instead, a single broad sonic space is created between the instruments and the loudspeakers in which an ensemble made up of acoustic and electronic sound sources can interact. The audience is thus offered a unitary perception. In this way, Richiamo represents a further instance of Fedele's wish to compose for and with space. With this in mind, and also considering his constant quest to distance himself from a directionality that moves along the time line listening-perception-memory, it could be said to occupy a central position in the most recent debate on current compositional thought.
The work is divided into an introduction and four different parts. Marco Ligabue's article offers a more detailed analysis.
See also Coram Requiem (1996).
by Claudio Proietti
Ivan Fedele - Duo en résonance - Per accordar - Richiamo - Imaginary Skylines - Chord (1998) Ensemble Intercontemporain, dir. D. Robertson
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