Mudra è un termine sanscrito che ha molti significati strettamente correlati: sigillo, segno, simbolo e gesto simbolico. Nella storia del suo uso, il termine è passato da una funzione di linguaggio gestuale quotidiano ad una di esperimento di comunicazione simbolica in ambito artistico e in seguito si è trasformato da icona figurativa ad elemento rituale. Mudra è un titolo che ben si adatta ad una serie di istanze poetiche ed estetiche che caratterizzano gran parte della musica che ho composto negli ultimi anni, musica in cui ho praticamente abbandonato la dimensione narrativa di un tempo in cui le figure vivono come personaggi di un racconto astratto, preferendo, invece, lasciare al tempo il compito di svelare la natura intima degli agglomerati sonori che si presentano allascolto come sculture. Queste sculture sonore esistono nella loro globalità a prescindere dalla dimensione temporale attraverso la quale, peraltro, svelano la loro natura. Una natura i cui segreti vengono, per così dire, rivelati attraverso prospettive diverse o attraverso illuminazioni più o meno parziali, intense o colorate che ne mostrano le qualità intrinseche: il profilo della massa, la levigatezza o rugosità della superficie, la trasparenza o densità della materia e ancora il gioco dombre cangianti a seconda dellinclinazione del fascio di luce che linveste o della prospettiva. I processi compositivi privilegiano, così, prassi formali più attinenti allanamorfosi che alla metamorfosi, e relative tecniche che ho cominciato a sperimentare dal 2005 in Immagini da Escher. Mudra si articola in tre parti, tre sculture appunto. Pur di natura diversa, rivelano tutte un carattere rituale che ne contraddistingue non solo la natura intrinseca ma anche la percezione sensibile. Mudra è stato scritto per lEnsemble Namascae a cui è dedicato insieme allamico William Blank.
Ivan Fedele