Duo en Resonance per due corni concertanti e ensemble |
Duo en résonance è un'altra opera capitale nel catalogo di Fedele. A parte la fortuna di cui ha goduto (commissionata dall'Ensemble Intercontemporain, fu anche diretta da Pierre Boulez al Teatro alla Scala di Milano il 22 giugno 1994), la partitura condensa con un equilibrio, una trasparenza e una dimensione poetica sin qui mai così evidenti, tutte le traiettorie del suo linguaggio compositivo. Al tempo stesso apre orizzonti nuovissimi, per esempio sulle possibili relazioni col mondo della musica elettronica, che successivamente troveranno proficui sviluppi.
Il titolo del lavoro indica con estrema precisione la sua natura più intima. Il duo dei corni solisti, collocato alle estremità dello spazio frontale, instaura tutto un gioco di risonanze, di battimenti, di riverberi e di echi che coinvolge non solo le relazioni al suo interno, con un effetto stereofonico di figure che percorrono incessantemente lo spazio nei due sensi, ma anche il rapporto con l'ensemble. In questo secondo caso i procedimenti di moltiplicazione, rifrazione, diffrazione e distorsione che i materiali subiscono si proiettano in uno spazio in cui coesistono più ambienti risonanti, ognuno dotato di diverse caratteristiche di riverberazione. È così che, con strumenti tradizionali, si realizza una situazione tipica della musica elettroacustica. Assai significativa ed estremamente efficace risulta a questo scopo la scelta dei corni. Aldilà della loro potenza evocativa, la natura sonora degli strumenti possiede una propria complessa ricchezza di vibrazioni, stratificazioni armoniche, spazialità d'espansione che contribuisce in modo determinante a rendere inequivocabile l'intenzione del compositore e, nello stesso tempo, a esaltare la cifra poetica del pezzo.
Dal punto di vista della macroforma la composizione propone quattro sezioni principali, ciascuna connotata da una precisa linea di forza, alternate a parti di carattere interlocutorio a mo di commentario. A definire ciascuna sezione non ci sono indicazioni agogiche ma solo indicazioni metronomiche che comunque segnalano in modo chiaro lalternanza fra fasi veloci e fasi lente. Linizio e la fine del pezzo sono esattamente speculari: se tutto parte da 24 battute di dialogo fra i clarinetti con sommessi segnali ritmici di gong e claves, simmetricamente tutto sfuma in un analogo gioco tra flauti, corni e burma bells. Una caratteristica comune a tutte le sezioni è che in ciascuna di esse sono presenti memorie delle parti precedenti o anticipazioni di quelle a venire, frammenti di figura che svolgono una funzione eminentemente interpuntiva rispetto al materiale principale col quale stabiliscono una sorta di contrappunto metrico che ne ordina il divenire.
a cura di Claudio Proietti
Duo en résonance is another milestone in Fedele's output. Over and above the fortune it enjoyed (commissioned by the Ensemble Intercontemporain, it was also conducted by Pierre Boulez at La Scala in Milan on 22 June 1994), the score condenses all the various trajectories of his compositional language, with a balance, transparency and poetic dimension never before so evident. At the same time it opens up brand new horizons, for instance concerning possible relations with the world of electronic music, an area that will later be developed in a highly profitable manner.
The title gives an extremely precise indication of the very essence of the work. The pair of horn soloists, placed right at the front of the performing space, set up a whole range of resonances, vibrations, reverberations and echoes that involve not only the internal relation between the two instruments, with a stereophonic effect of figures that run incessantly across the space in both directions, but also their relation with the ensemble. In the latter case the processes of multiplication, refraction, diffraction and distortion that the materials undergo are projected into a space in which various chambers of resonance coexist, each endowed with different forms of reverberation. And this is how, using traditional instruments, a situation typical of electro-acoustic music is created. With this in mind, the choice of the horns seems particularly significant and highly effective. Apart from their innate evocative power, the sonic nature of the instruments possesses its own complex wealth of vibrations, harmonic stratifications, spatial expansion, that helps make the composer's intention quite unmistakeable and, at the same time, enhances the poetic stamp of the piece .
As far as the macro form of the work is concerned, it has four main sections, each characterized by a precise line of force, alternated with others of a more interlocutory nature, like a commentary. Each section is defined not by agogic indications but by metronome markings that in any case clearly express the alternation between fast phases and slow phases. The beginning and ending of the piece mirror each other exactly: it opens with 24 bars of dialogue between the clarinets and subdued rhythmic gestures on the gongs and claves, and closes with a similar play between the flutes, horns and Burmese bells. A feature shared by all the sections is that in each one there are memories of the previous parts or anticipations of those to come, fragments of figures that play an eminently punctuating role compared to the main material, with which they establish a sort of metrical counterpoint that guides its evolution.
by Claudio Proietti
Milano Musica Festival vol. 5 (2011) Ensemble Intercontemporain, dir. P. Boulez
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Ivan Fedele - Duo en résonance - Per accordar - Richiamo - Imaginary Skylines - Chord (1998) Ensemble Intercontemporain, dir. D. Robertson
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