Thanatoséros Scena lirica dal “Combattimento di Tancredi e Clorinda” dalla “Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso per soprano, tenore e ensemble. Riduzione dall’originale di Giuliano Corti e Ivan Fedele |
Organico: | (1.1.2.1. - 1.1.1.0. - 2 Perc. [I: Vibr., 5 Wbl., 6 Tbl., Gc. - II: 5 Wbl., 6 Tbl., Gc., G., 4 Gong cinesi] - Ar. - Tastiera Midi - Pf. - A.: 1.1.1.1.1.) | |
Anno di composizione: | 2010 | |
(c): | Suvini Zerboni 2010 | |
Numero di catalogo: | 13523 (partitura in vendita o disponibile con il materiale a noleggio e in visione)
13524 (materiale a noleggio) |
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Commissioni: | Teatro Ponchielli, Cremona, per il Music Across Festival della Regione Lombardia e il Claudio Monteverdi Festival, Cremona | |
Prima esecuzione: | Milano, MusicAcross, Teatro Dal Verme, 8.3.2010
Ensemble MusikFabrik, dir. P. Rundel |
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Durata: | 26' | |
Anche per Thanatoséros lo spunto iniziale è pervenuto a Ivan Fedele da un'occasione esterna e, in particolare, da una commissione vincolata al riferimento a un grande musicista del passato: Claudio Monteverdi. E anche in questo caso il compositore ha programmaticamente evitato di utilizzare materiali musicali tratti dall'opera del grande cremonese.. Fedele ha preferito piuttosto ispirarsi al tempo di Monteverdi, nello specifico alla letteratura, e si è rivolto subito alla Gerusalemme liberata che è la fonte del testo del Combattimento di Tancredi e Clorinda. Scrive Fedele: "La scelta di questo episodio, che nella mia versione è mantenuto pressoché inalterato con alcune compressioni o dilatazioni operate nel rispetto dell'originale del Tasso, è stata determinata dal forte impatto emozionale che ha sempre avuto su di me. In esso possiamo ritrovare tutti i caratteri del mythos (la parola che 'racconta') a cui tanta letteratura e la psicanalisi stessa hanno fatto sovente riferimento attraverso nuovi testi, glosse e rielaborazioni (logos, la parola che 'spiega'). La vicenda è in sé emblematica e collega strettamente la vita alla morte attraverso quel legame impalpabile e al tempo stesso tremendamente forte che è l'amore: l'amore che genera vita e il conflitto che ignora l'amore (Tancredi non sa che il suo avversario è l'amata Clorinda) sono le antitesi di un'eterna dialettica che in questo caso tanto più si fa struggente quanto più è fatale. Nella psicologia freudiana la diade è presentata anteponendo l'amore alla morte: éros e thanatos. In Thanatoséros avviene il contrario: non solo, ma viene eliminata la congiunzione quasi a voler significare un legame ancor più stretto, un abbraccio indissolubile tra morte e amore. I due personaggi sono stati pensati come attori di un duello più metafisico che fisico e le opzioni musicali hanno spesso prediletto ossimori espressivi in cui, sovente, a un testo concitato viene associato un carattere straniato, quasi che i due contendenti fossero nella condizione surreale di guardare se stessi duellare in slow motion. Altrove invece, come in un montaggio cinematografico molto serrato, il focus dell'immagine ritorna sui soggetti in prima persona a mo' di punteggiatura drammaturgica".
Ne scaturisce una partitura complessa e piuttosto ampia, articolata nelle seguenti sezioni: Prologo, I ("Epico!"), I Intermezzo, II ("Notturno tumultuoso!"), III ("Epico!"), II Intermezzo, IV ("Concitato!"), III Intermezzo, V ("Ineluttabile..."), IV Intermezzo, VI ("Drammatico!"), V Intermezzo, VII, VI Intermezzo, Epilogo (prima parte), VII Intermezzo, Epilogo (seconda parte). Il Prologo e gli intermezzi utilizzano la voce registrata di un narratore (lo stesso compositore) che è trattata elettronicamente e ha il compito non solo di descrivere e commentare il già noto, ma anche di esaltare il suono delle parole lavorando sulle formanti del timbro fino a trasformarlo perfino in quello di una giovane donna. Le sette scene e l'Epilogo sono invece lasciati ai due cantanti le cui voci sono amplificate e trattate digitalmente in tempo reale.
L'intenzione teatrale di Fedele è palese e molto coinvolgente sul piano emotivo. La costruzione dei dialoghi, il trattamento delle voci - ora duettanti, ora nervosamente autonome, ora dolorosamente straniate e l'energico sostegno strumentale, creano uno spazio drammaturgico di enorme tensione che sembra richiedere come naturale l'espansione su un palcoscenico.
a cura di Claudio Proietti
In Thanatoséros too the starting-point was an external event and, in particular, a commission associated with a great musician of the past: Claudio Monteverdi. And once again Fedele has intentionally avoided the use of any musical material taken from the work of the genius from Cremona. Fedele preferred instead to look to the times of Monteverdi, more precisely to the literature, and he immediately found Gerusalemme liberata that is the source for the text of Combattimento di Tancredi e Clorinda. Fedele writes: "The choice of this episode, which in my version remains virtually unchanged with just a few compressions or dilatations made to the original by Tasso, came about on account of the strong emotional impact that it has always had on me. In the text we can find all the characters of the mythos (the word that 'recounts') to which much literature and psychoanalysis, too, has often referred through new texts, glosses and re-elaborations (logos, the word that 'explains'). The tale is in itself emblematic and closely links life and death through the impalpable and yet at the same time tremendously strong force of love: love that gives rise to life and conflict that ignores love (Tancredi doesn't know that his opponent is his beloved Clorinda) are the antitheses of an eternal dialectic that in this case is all the more agonizing as it is more fatal. In Freudian psychology the dyad puts love before death: éros and thanatos. In Thanatoséros the opposite happens: not only this, but the link between the two is actually eliminated almost as if to signify an even stronger link, an indivisible embrace between death and love. The two characters, the soprano and the tenor, were conceived as actors in a duel that is more metaphysical than physical and the musical options have often favoured expressive oxymorons where an impassioned text is frequently associated with an estranged character, almost as if the two contestants were in the surreal condition of being able to watch themselves duelling in slow motion. Elsewhere, however, similar to a very fine cinematographic cutting, the image is focused once again on the subjects themselves, like a sort of dramaturgic punctuation...".
The result is a complex and quite ample score, divided into the following sections: Prologue, I ("Epico!"), I Intermezzo, II ("Notturno tumultuoso!"), III ("Epico!"), II Intermezzo, IV ("Concitato!"), III Intermezzo, V ("Ineluttabile..."), IV Intermezzo, VI ("Drammatico!"), V Intermezzo, VII, VI Intermezzo, Epilogue (first part), VII Intermezzo, Epilogue (second part). The Prologue and the intermezzos use the recorded voice of a narrator (the composer himself) which is treated electronically and has the task not only of describing and commentating what is already known, but also of exalting the sound of the words by working on the formants of the timbre to the extent of transforming the voice into that of a young woman. The seven scenes and the Epilogo are instead left to the two singers whose voices are amplified and treated digitally in real time.
Fedele's theatrical intention is evident and highly involving at an emotional level. The construction of the dialogues, the treatment of the voices at times singing as a duet, at others remaining nervously autonomous or painfully alienated and the energetic instrumental accompaniment, create a dramaturgical space of enormous tension where the need to expand onto a stage seems perfectly natural.
by Claudio Proietti