Non è assolutamente sorprendente che l'Haiku, una forma poetica così antica e culturalmente lontana dall'Occidente, abbia dapprima incuriosito poi interessato e infine intrigato così tanto non solo i poeti occidentali, ma anche i compositori del nostro tempo. La concisione formale (tre versi rispettivamente di 5, 7 e 5 sillabe) e il carattere aforistico dell'Haiku riflettono due opzioni compositive tra le più condivise nella contemporaneità. In effetti, riuscire a dire tanto con poco è una sfida affascinante per un compositore. L'Haiku sta a un organismo più articolato come un codice genetico sta a una creatura. Ed è con questo spirito che mi sono accinto a scrivere questi Haru Haiku (Haiku di primavera) scelti tra il repertorio di alcuni tra i più noti poeti giapponesi: Hattori Ransetsu, Kato Kyotai, Kobayashi Issa, Matsuo Basho, Takai Kito, Uejima Onitsura, Murakami Kijo e Ogiwara Seinsensui. Diciannove schegge di suono e di poesia che vogliono cristallizzare in un tempo minimo un'immagine, una sensazione, sfumature della natura umana e della natura in generale in una forma stilizzata e icastica. La forma generale di questo ciclo propone Haiku a organico completo in cui la voce è sostenuta dalla texture strumentale, alternati ad Haiku in cui la voce si esprime attraverso un procedimento di mimesi con le percussioni di legno (wood blocks e temple blocks) che in qualche modo richiamano un'atmosfera originale dell'estremo oriente. Questa raccolta vuole essere la prima di un progetto complessivo in cui saranno trattati anche gli Haiku che fanno riferimento alle altre stagioni.
Ivan Fedele