"...qui transitis per viam" Trascrizione per quartetto d’archi dal mottetto “O vos omnes” di Gesualdo da Venosa |
Anno di composizione: | 2013 | |
(c): | Suvini Zerboni 2013 | |
Numero di catalogo: | 14369 (partitura in vendita o disponibile con il materiale a noleggio e in visione)
14370 (materiale a noleggio) |
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Durata: | 4' | |
La musica di Gesualdo da Venosa è certamente la più visionaria e moderna della sua epoca che pure vanta grandi maestri (Monteverdi su tutti) che hanno fatto compiere a quest'arte un balzo in avanti decisivo. La sua natura spirituale e direi quasi metafisica la pongono ai vertici delle espressioni artistiche di tutti i tempi.
Risulta veramente difficile comprendere pienamente come il principe dei musici abbia potuto osare a tal punto da gettare un ponte così significativo con la nostra contemporaneità di cui risulta profeta sia riguardo gli aspetti estetici estremi sia in relazione all'arditezza delle tecniche impiegate. L'unica spiegazione possibile ci viene da una genialità incommensurabile seppur soffertissima.
Questi ed altri motivi più personali, di gusto e forse affinità, mi hanno spinto ad affrontare la trascrizione di una pagina estremamente forte dal punto di vista emotivo.
Innanzitutto, la riduzione dell'originale a sei voci ad un ensemble di quattro strumenti ha richiesto una rivisitazione della trama armonica che risulta ridotta all'essenziale. Linea guida di base è stata quella di mantenere gli estremi del componimento (basso e parte melodica acuta non sempre affidata alla stessa voce). All'interno di questi limiti le linee si intrecciano in maniere spesso differenti rispetto al testo originale generando nuovi percorsi polifonici sempre, però, riconducibili all'immagine globale del testo stesso.
Allo stesso modo, nelle successioni accordali, gli intervalli melodici si dilatano accavallandosi tra le parti come dimostra chiaramente l'intervallo di settima maggiore del primo violino proprio all'inizio del pezzo. Ho usato spesso questa tecnica con l'intento di mettere ancor più in evidenza le arditezze e, perché no, le asprezze della composizione.
Sempre con questo intento ho talvolta dilato, talaltra compresso i registri e le disposizioni verticali. Questa tecnica è sovente associata ad un'interpretazione agogica del testo letterario che si avvale anche di numerose opzioni timbriche derivate soprattutto dall'uso locale del ponticello, della tastiera o della sordina oltreché di opposizioni anche violente di forte e piano.
Infine, la parte ancor più liberamente elaborata e meno testuale. Si tratta del passaggio corrispondente alla frase Attendite universi populi
che, nella mia trascrizione, offre il materiale per una rielaborazione decisamente strumentale che vuole enfatizzare vieppiù l'improvviso ictus polifonico dell'originale iterandolo in maniera incandescente. Posto al centro della composizione, questo slancio creativo si pone come climax dal quale, gradualmente, si ritorna all'atmosfera iniziale.
Ivan Fedele
Arcana (2015) Quartetto Prometeo
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