Nohtar per orchestra d’archi |
Anno di composizione: | 2009 | |
(c): | Suvini Zerboni 2009 | |
Numero di catalogo: | 13555 (partitura in vendita o disponibile con il materiale a noleggio e in visione)
13556 (materiale a noleggio) |
|
Commissioni: | Slesian Chamber Orchestra | |
Prima esecuzione: | Katowice (Polonia), Filharmonia Ślaska, 18.9.2009
Slesian Chamber Orchestra, dir. M. Caldi |
|
Durata: | 10' | |
Trasformando la parte strumentale di Pentalogon in un organismo autonomo e autosufficiente, Fedele dà luce al suo secondo quartetto per archi. La struttura descritta nella scheda precedente, viene mantenuta intatta e così il compositore realizza, rispetto allesperienza del Primo Quartetto, il recupero di una forma organica complessa che si inserisce in un tempo percettivo totalmente strutturato. È una perentoria manifestazione di ordine evidentemente connessa ai temi filosofici alla base di Pentalogon, ma che estende la propria influenza alla sfera armonica, al senso delle figure musicali, al loro caratterizzarsi come gesti fisici, alla nitidezza delle relazioni strumentali. Unassoluta compattezza che non viene messa in discussione dalla continua esplosione di eventi dinamici imprevedibili, i quali anzi restituiscono lidea di una realtà unitaria ma fluida e segmentata.
Tornando molti anni dopo su questa partitura Fedele ne ha realizzato due nuove versioni: la prima è per quintetto, creata aggiungendo una parte di contrabbasso, la seconda è destinata allorchestra darchi ed è stata intitolata Nohtar. Entrambe queste soluzioni non toccano minimamente la struttura del pezzo, né il lavoro sui materiali figurali. Linserimento del contrabbasso e lampliamento fonico allorchestra, suggeriscono solo sporadiche aggiunte di elementi accentuativi, figure di contrasto ritmico, risonanze armoniche.
a cura di Claudio Proietti
By transforming the instrumental part of Pentalogon into an autonomous and self-standing entity, Fedele produced his second string quartet. The structure remains entirely faithful to that described in the previous section and in this way, compared to his first quartet, the composer has created a complex organic form set within in a span of perceived time that is totally structured. It is a compelling manifestation of order clearly linked to the philosophical themes underlying Pentalogon, but whose influence is extended to the harmonic sphere, the sense of the musical figures, their characterization as physical gestures, and the clearness of the relations between the instruments. A total coherence that is unperturbed by the continuous explosion of unforeseeable dynamic events, which on the contrary reinforce the idea of a situation that is wholly unified but fluid and segmented.
Coming back to the score many years later, Fedele made two new versions: the first is for quintet, created by adding a double bass part, the second is for string orchestra and is called Nohtar. Neither of these versions makes the minimum of change to the original structure, nor to the figural materials. The inclusion of the double bass and the broadening of the sound to that of the orchestra, merely imply the occasional addition of accentuating elements, figures of rhythmic contrast, and harmonic resonances.
by Claudio Proietti
Limen Ensemble plays F. Donatoni, I. Fedele, A. Solbiati (2013) Limen Ensemble, dir. Y. Sugiyama
|