Con Epos, primo premio al Concorso Internazionale "Goffredo Petrassi" di Parma, Fedele conclude un percorso non lungo, data la sua giovane età, ma certamente complesso e articolatissimo, e apre, contemporaneamente, una seconda fase di slancio creativo. Epos è infatti la sua prima opera per grande orchestra, avvicinata con estrema gradualità ma anche con determinazione totale, un punto d'arrivo e una densa summa di pensiero compositivo.
Non è difficile rintracciare nella partitura i princìpi già evidenziati nelle composizioni precedenti e del resto l'idea di Epos risale al 1985.
Ancora una volta la forma si spiega in molteplici pannelli (Deciso, con slancio - Calmo, con andamento flessibile - Adagio, ma un poco inquieto - Lontano... - Vivo - Presto - Maestoso e risonante) privi di cesure anche se scanditi da segni d'interpunzione. Statici - ma scintillanti del suono di vibrafono, marimba, arpa e pianoforte - essi ne determinano l'organizzazione percettiva.
Ancora una volta la memoria elabora percorsi nella duplice direzione presente-passato e presente-futuro, ponendosi come perno di movimenti che superano la consequenzialità cronologica approdando a una dimensione in cui il prima e il dopo si confondono e sfumano l'uno nell'altro.
Ma, soprattutto, ancora una volta in Epos, come scrive l'autore, si contrappongono, si sovrappongono e infine si coniugano due atteggiamenti compositivi opposti: quello dialettico dell'ars componendi occidentale e quello rituale-iterativo dell'ars combinandi di origine orientale.
a cura di Claudio Proietti
With Epos, winner of the first prize in the Concorso Internazionale Goffredo Petrassi in Parma, Fedele concludes an itinerary that is not long, given his young age, but certainly complex and wide-ranging, and opens, at the same time, a second phase of creative vigour. Epos is in fact his first work for large orchestra, approached with extreme caution but also with total determination, a point of arrival and dense summa of compositional thought.
It is not difficult to trace in the score the principles already manifested in his previous works and, in any case, the idea for Epos dates from 1985.
Once again the form unfolds in a series of panels ("Deciso, con slancio" - "Calmo, con andamento flessibile" - "Adagio, ma un poco inquieto" - "Lontano..." - "Vivo" - "Presto" - "Maestoso e risonante") without interruption even though divided by punctuation marks. Static but sparkling with the sound of the vibraphone, marimba, harp and piano they determine the work's perceptual organization.
Once again the memory elaborates paths that take us in the duplex direction of present-past and present-future, acting as a pivot of movements that transcend any chronological sequentiality, attaining a dimension in which the before and after merge and blend with one another.
But, above all, in Epos once again, in the words of the composer, "two opposing compositional approaches are contrasted, overlapped and finally united: the dialectic attitude of the western ars componendi and the ritual-repetitive style of the ars combinandi of eastern origin".
by Claudio Proietti