Notturno per undici esecutori |
La sensorialità notturna, che già era stata richiamata in Viaggiatori della notte (1983) e che in seguito suggerirà a Fedele altre straordinarie pagine, non poteva non affascinare un compositore che fa delle inesauribili trasformazioni della luce uno dei suoi riferimenti privilegiati. Non a caso nei testi di Fedele a commento della propria musica ricorrono molto spesso parole che appartengono al vocabolario della scienza ottica (rifrazione, diffrazione, riflesso, proiezione, distorsione ecc.) e che non vengono usate come metafore, ma come veri e propri indicatori di fenomeni fatti rivivere nelluniverso della sensorialità acustica.
Dunque la luce della notte, liquida e vibrante di pulsazioni appena percettibili, avvolge tutto il brano costruito sullarchitettura linguistico-spaziale di quattro sottogruppi strumentali: trio di fiati (flauto contralto, clarinetto e clarinetto basso), trio arpa percussioni pianoforte, trio darchi (violino primo, violino secondo e viola) e infine la coppia di archi gravi violoncello - contrabbasso Gli armonici fruscianti dei fiati, degli archi e del pianoforte (suonato sempre nella cordiera); le risonanze sospese delle campane, dei gong intonati e del vibrafono (suonato con larchetto del contrabbasso); lassoluta sospensione del tempo che pulsa ma non scorre, sembrano alterare le capacità percettive di distinzione degli eventi e, al tempo stesso, esaltare la possibilità di cogliere anche il minimo movimento, la più sottile increspatura nella solenne vibrazione luminosa.
Si realizza così lauspicio del compositore che, dedicando Notturno alla memoria di Goffredo Petrassi, si augura che questa pagina fatta di pochi suoni arrivi a chi lascolta come lieve risonanza di un gesto semplice o di un sorriso appena accennato che dica lessenziale: laffetto tenero e devoto per un uomo e un maestro esemplare.
a cura di Claudio Proietti
The ambience of the night, which was already evoked in Viaggiatori della notte (1983) and would later offer inspiration for other extraordinary works, could not fail to fascinate a composer for whom the inexhaustible transformations of light is a favourite point of reference. It is no mere chance that in commenting on his music Fedele very often employs words belonging to the vocabulary of optic science (refraction, diffraction, reflection, projection, distortion etc.) and which are not used as metaphors but as genuine indicators of phenomena that are brought back to life in the acoustic realm.
And so it is the nocturnal light, liquid and vibrant with barely perceptible pulsations, that enshrouds the whole of this piece, built on the linguistic-spatial architecture of four groups of instruments: a wind trio (alto flute, clarinet and bass clarinet), the trio harp - percussion - piano, a string trio (first violin, second violin and viola) and lastly a pair of low strings ('cello - double bass). The rustling harmonics of the wind, the strings and the piano (always played on the stringboard); the suspended resonances of the bells, of the tuned gongs and the vibraphone (played with the bow of the double bass); the absolute suspension of time that pulsates but does not run, seem to alter our perceptual capacity to distinguish events and, at the same time, make it easier for us to catch even the smallest of movements, the subtlest of rufflings in the solemn luminous vibration.
Thus the auspice is fulfilled of the composer who, in dedicating Notturno to the memory of Goffredo Petrassi, hopes "that this work made up of just a few notes is perceived by the listener as the light resonance of a simple gesture or of a barely expressed smile that says the essential: the tender and devoted affection for an exemplary man and maestro".
by Claudio Proietti
· Oplustil José (2015), 'Siglo XXI presenta obras de Ivan Fedele', in Beethovenfm.cl, 19, ago.
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Ivan Fedele - Notturno
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'Paesi Bassi' di Ilvio Gallo - mus. Ivan Fedele
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