Mosaïque per violino e orchestra da camera |
Al momento della prima esecuzione ha raccontato l'autore: "Mosaïque è stato scritto per Francesco D'Orazio che, avendo nel suo repertorio Viaggiatori della notte per violino solo, me ne aveva suggerito da tempo una versione concertante. Viaggiatori della notte è un pezzo di venticinque anni fa ed è quindi distante non solo cronologicamente, ma anche concettualmente dall'estetica attuale della mia musica. Dopo una lunga riflessione, in cui i contro sembravano prevalere sui pro, accettai la proposta perché comunque la sfida non era priva di fascino, anzi!".
Ancora una volta un ritorno al passato, una reimmersione in un organismo compiuto per trasformarlo in qualcosa d'altro. Solo che in questo caso, trattandosi di mettere in rapporto dialettico un passato lontano con il presente, Fedele decide di comportarsi, per usare una sua espressione, come un "compositore-archeologo". Il testo originale per violino solo è utilizzato come la traccia di una figura più estesa. Da essa cerca di dedurre l'immagine complessiva che abbia un senso compiuto nel quadro della sua poetica attuale. Ne scaturisce un orientamento disposto più verso la contrapposizione che verso la complementarietà dei linguaggi, con l'esito di un 'corto circuito' tra due poli opposti e quindi di una serie di deflagrazioni formali e acustiche.
La forma di Mosaïque mantiene la tripartizione originale di Viaggiatori della notte, alla quale aggiunge solo un'introduzione al primo movimento e una breve inserzione nel terzo movimento, entrambe esclusivamente orchestrali.
Nel primo movimento ("Con impeto") la scrittura del solista si discosta da quella originale solo per piccoli spostamenti d'ottava e per il trasferimento all'orchestra di alcune figure che costituivano all'origine una sorta di polifonia virtuale. Si determina così una polifonia reale che ne amplia la portata semantica. Nel secondo movimento ("Intensamente"), di carattere lirico, la parte del violino rimane praticamente inalterata. Essa si snoda all'interno di una sostanza orchestrale strutturata intorno a un numero limitato di frequenze nel registro medio rispetto alla quale la linea del violino assume colori e senso armonico differenti nel suo svolgimento. Secondo l'autore, "si tratta di una sorta di diapason mobile che si offre come una 'spina dorsale' e che fornisce alla direzionalità formale di Viaggiatori della notte la metafora di un organismo in espansione che nasce, si sviluppa e chiude il suo ciclo vitale". Nel terzo movimento ("Elettrico!"), alla febbrile articolazione figurale del violino, che ha come direzione un percorso tra la nota e l'armonico, quindi dal 'nero' al 'bianco', si contrappone l'andamento orchestrale. La vivacità della parte solista poggia su un lentissimo glissando armonico dal registro grave fino al registro acuto, che, secondo un'immagine suggerita dal compositore e analoga a quella già usata per Flug, "attraversa la 'tela' di questo movimento come un 'taglio' di Fontana, spostando paradossalmente l'attenzione dall'elemento virtuosistico all'elemento simbolico proposto dal tutti".
a cura di Claudio Proietti
On the occasion of its first performance Fedele wrote: "Mosaïque was written for Francesco D'Orazio who, since Viaggiatori della notte for solo violin was in his repertory, had long urged me to write a concertante version. Viaggiatori della notte is a piece dating from twenty-five years ago and is thus distant not only chronologically, but also conceptually from the current aesthetics of my music. After much thought, in which the cons seemed to prevail over the pros, I accepted his suggestion because in any case the challenge was not without its attraction, on the contrary!".
Once again, then, a return to the past, a re-immersion in a finished organism to transform it into something else. Except that in this case, since it involved creating a dialectic relation between the distant past and the present, Fedele decided to behave, in his own words, like a "composer-archeologist". The original score for solo violin is used as a draft for a more extensive figure. From this sketch he tried to derive an overall picture that made coherent sense within the context of his current poetics. The outcome is more oriented towards a contrast of languages than any attempt at complementarity, resulting in a 'short circuit' between two opposite poles and thus a series of formal and acoustic deflagrations.
The form of Mosaïque maintains the original three-part division of Viaggiatori della notte, to which only an introduction to the first movement has been added, as well as a brief insertion in the third movement, both exclusively orchestral.
In the first movement ("Con impeto") the soloist's part differs from the original only in some shifts of an octave and in the transfer to the orchestra of certain figures that originally constituted a sort of virtual polyphony. In this way a true polyphony is produced which broadens the semantic range. In the second movement ("Intensamente"), more lyrical in character, the violin part remains practically unchanged. It unwinds within an orchestral substance built around a limited number of frequencies in the middle register, against which the violin part assumes a variety of different colours and harmonic sense along its course. In the words of the composer, "it is like a sort of mobile diapason that provides a 'back-bone' which in the formal trajectory of Viaggiatori della notte is a metaphor for an organism in expansion which is born, develops and closes its life cycle...". In the third movement ("Elettrico!"), the feverish figural play of the violin, which traces a path between the note and the harmonic, from 'black' to 'white', is in stark contrast with the pace of orchestra. The liveliness of the solo part is set against a very slow harmonic glissando from the low register to the high, which, using an image suggested by the composer and similar to the one already used for Flug, "crosses the 'canvas' of this movement like one of Fontana's 'cuts', paradoxically shifting our attention from the virtuoso element to the symbolic element proposed by the tutti".
by Claudio Proietti
Ivan Fedele - Mosaïque (2010) v. F. D'Orazio, sopr. C. Mologni, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, dir. M. Angius
|
· Zlobec Marijan (2016), 'The Slowind Festival Succeeds Again', 30, ott.
[link]
· Dangelico Teresa, Elettrico!, Il violino di Ivan Fedele da Viaggiatori della notte a Suite francese II, Corso Accademico Biennale di II Livello - Violino indirizzo solistico, Conservatorio di Musica "Niccolò Piccinni" (Monopoli), 2013, relatore Francesco D'Orazio.
[link]
· Bedetti Andrea (2010), 'Ivan Fedele: alle origini del suono e della forma', in SuperEva.it.
[link]