Orfeo al Cinema Orfeo Racconto in musica per due voci recitanti e tastiere Midi su testo di Giuliano Corti |
Anno di composizione: | 1994 | |
(c): | Suvini Zerboni 1994 | |
Numero di catalogo: | 11030 (nastro magnetico o supporto digitale a noleggio) | |
Commissioni: | Rai Radiotre | |
Prima esecuzione: | Roma, Rai III, 13.12.1994
rec. A. Nogara, P. Bessegato; A. Gatti, tastiere Midi |
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Durata: | 28' | |
Nel 1994 la terza rete radiofonica della Rai commissionò una serie di opere elettroniche allo scopo di stimolare la collaborazione tra compositori e scrittori italiani della generazione intorno ai quarant'anni. Al ciclo, intitolato significativamente Radiofilm, Fedele partecipò con Orfeo al cinema Orfeo, ennesima rivisitazione del grande mito classico metafora dell'eterna ricerca. Il percorso iniziatico di conoscenza che porta alla rivelazione è raccontato da un attore (il narratore), da un'attrice (Euridice) e finalmente dalla musica che, da sola, rappresenta Orfeo. Orfeo è la sua musica, alla sua musica delega il compito di narrarsi e di narrare. Non è più la cetra il suo strumento, ma le percussioni, richiamo ancestrale ai primordi dell'umanità.
La vicenda di Orfeo venne immersa dagli autori nel mondo verosimile della dimensione filmica e dunque era necessario che anche la musica possedesse un alto tasso di ambiguità, capace di divenire elemento semantico essenziale nell'economia generale della narrazione. Ecco perché tutta la parte delle percussioni non è il prodotto della gestualità strumentale di un esecutore, ma il risultato di un'elaborazione elettronica programmata per riprodurre con buona approssimazione, "simile al vero", le modalità tipiche di una prassi strumentale umana. Le percussioni accompagnano la narrazione del disvelamento attraverso un'articolazione differenziata dei passaggi drammaturgici e una mutazione progressiva dei timbri. Il timbro delle pelli predomina nella parte dell'orientamento, a quello dei legni e dei gusci è affidato il canto di Orfeo nella fase del riconoscimento, infine sono i risonanti metalli a sottolineare il compimento dell'evoluzione, l'interazione con l'oggetto svelato.
a cura di Claudio Proietti
In 1994 the third radio channel of the Rai commissioned a series of electronic works with the aim of encouraging the collaboration between Italian composers and writers of that generation. Fedele's contribution to the cycle significantly called Radiofilm was Orfeo al cinema Orfeo, yet another reworking of the great classical myth and metaphor of the eternal search. The initiatory path of consciousness that leads to revelation is related by an actor (the narrator), and actress (Eurydice) and finally by the music which, by itself, represents Orpheus. Orpheus is his music, and his music is given the task of speaking of himself and of others. His instrument is no longer the lyre, but the percussion, an ancestral evocation of the primordial era of humanity.
The authors have set the tale of Orpheus in the verisimilar world of the cinema and so the music too needed to have a high level of ambiguity, able to become an essential semantic element in the general plan of the narration. This is why the entire percussion part is not created physically by a performer but is the result of an electronic elaboration programmed to reproduce the modalities typical of human playing with a good approximation, "similar to the real". In accompanying the narration of the gradual unveiling process the percussion differentiates between the various dramaturgical passages and progressively transforms its timbre. The sound of the skins predominates throughout the phase of orientation, that of the woods and shells during the song of Orpheus in the phase of recognition, and finally it is the resonant sounds of the metallic percussion that underline the final stage of the evolution, the interaction with the unveiled object.
by Claudio Proietti