Apostrofe per flauto in do |
Anno di composizione: | 2000 | |
(c): | Suvini Zerboni 2000 | |
Numero di catalogo: | 11761 | |
Prima esecuzione: | Strasburgo, Festival Musica, 24 settembre 2000 – Mario Caroli flauto | |
Durata: | 6' | |
Insieme a Dedica, Apostrofe costituisce un doppio omaggio che, nello stesso anno, Fedele volle rivolgere al flautista Mario Caroli, uno dei musicisti che gli erano più vicini e sommamente apprezzava.
Apostrofe ("Bravo!") è un omaggio al virtuosismo intelligente. Nella prima parte si succedono ondate di scale cromatiche che disegnano profili frattalici nell'aria. Dal ppp, soffiato sino al fff penetrante, il percorso tracciato va dal registro grave fino al registro acuto in un continuo ondeggiare tra non suono e suono. Il flusso s'inerpica fino a raggiungere le vette estreme dello strumento per poi ridiscendere, con figure ritmiche ossessive, al punto di partenza.
Apostrofe è una composizione assolutamente anodina rispetto alle consuetudini tecnico-espressive di Fedele, in quanto in essa il gesto strumentale prevale e domina sull'aspetto melodico-armonico fino a ridurlo a mero pretesto.
a cura di Claudio Proietti
Together with Dedica, Apostrofe this work constitutes a double tribute that Fedele makes, in the same year, to the flautist Mario Caroli, one of the musicians who was closest to him and whom he greatly esteemed.
Apostrofe ("Bravo!") is a homage to intelligent virtuosity. The first part features a succession of waves of chromatic scales that draw fractal designs in the air. From the whispered ppp to the penetrating fff, the piece moves from the low register to the high, in a continuous wavering between sound and non sound. The flux clambers upwards until reaching the extreme heights of the instrument, only to descend once again, with obsessive figure rhythmic figures, back to the starting point.
Apostrofe offers a complete reversal of Fedele's usual technical-expressive approach, since here the instrumental gesture prevails over and dominates the melodic-harmonic aspect to the point of a reducing it to a mere pretext.
by Claudio Proietti