Ancora un'opera di trasformazione, la proposta di un'immagine diversa della stessa realtà, un gioco di specchi in cui ogni oggetto assume forme nuove e diverse rappresentazioni spaziali. Lasciamo la parola al compositore.
"Immagini da Escher è la terza composizione che ho composto negli ultimi anni, dopo Ali di Cantor (2003) e Arcipelago Möbius (2004), ispirata a principi matematico-geometrico-figurativi. Escher si è servito molto delle rappresentazioni geometriche di Möbius (in particolare del suo famoso 'anello') per realizzare immagini paradossali multidimensionali in cui inizio e fine non sembrano più concetti dotati di senso spaziale, ma appaiono, piuttosto, confinati nella dimensione temporale. In qualche modo precursore delle rappresentazioni frattaliche, Escher realizza rappresentazioni metageometriche in cui troviamo spesso il 'grande' riflesso nel 'piccolo', così come il dettaglio è sovente specchio della totalità. Da questi presupposti, la composizione, nata come una glossa ad Arcipelago Möbius, trae ricchi e abbondanti spunti immaginativi che traslatano i significati geometrico-figurativi nella dimensione estetico-poetica del suono, della sua composizione 'genetica' e della sua organizzazione strutturale più ampia".
In effetti la materia di cui è fatto Immagini da Escher è la stessa di Arcipelago Möbius. Ma le sue molecole sono moltiplicate in un gioco perenne di riflessioni e rifrazioni. Come pure la sua struttura esterna è sconvolta e attraversata da percorsi nuovi che si intrecciano e si invertono rispetto all'originale. È come dire, con Escher, che il mondo può essere letto in qualsiasi direzione e la logica antecedente-conseguente può essere ribaltata in qualsiasi momento.
Il primo strumento di un tale processo è l'ampliamento dell'organico che passa da un quartetto - formato da clarinetto, violino, violoncello e contrabbasso a un sestetto in cui è possibile identificare tre duo in combinazione tra loro: i due fiati (flauto e clarinetto), i due archi (violino e violoncello) e i due strumenti di risonanza (pianoforte e vibrafono). Mantenendo pressoché intatta la scrittura dei tre strumenti comuni ai due ensemble, Fedele amplia lo spazio sonoro verso l'alto con il flauto, verso il grave e tutt'intorno con le due tastiere. Come scrive ancora l'autore, « dalla fusione di essi così come dalla loro disintegrazione nasce la dialettica di una composizione in continuo divenire concepita, in realtà, senza un inizio e una fine, ma come una serie di istanti di un flusso continuo sul quale il compositore posa di volta in volta la sua attenzione".
La forma esteriore si articola in sette sezioni che s'innestano l'una nell'altra senza soluzione di continuità psico-percettiva e che sconvolgono il disegno delle isole formali dell'Arcipelago Möbius. La successione è la seguente: "Scintillante!", "Calmo con increspature...", "Tracce fulminee..." (lanciato su una pulsazione molto più veloce che non nella prima versione), Arc-en-ciel (straordinaria trasformazione del solo per violoncello in un mirabile trio con violino e clarinetto), "Tracce nell'aria come solchi abissali...", "Cadenzando...", "Vulcanico!".
a cura di Claudio Proietti
This is another work dealing with transformation, with the idea of looking at the same situation in different ways, a game of mirrors where each object assumes new forms and different spatial representations.
Let us consider the words of the composer: "Immagini da Escher is the third composition after Ali di Cantor for large spatialized ensemble and Arcipelago Möbius. [...] Escher made wide use of the geometrical forms of Möbius (in particular his famous 'ring') to create paradoxical multidimensional images where start and finish no longer seem to be concepts with any spatial sense, but appear, instead, to be confined to the dimension of time. In some ways a precursor of fractal art, Escher creates meta-geometrical images where the 'large' is often reflected in the 'small', just as the detail is often the mirror of the whole. From these premises, the composition, born as a gloss to Arcipelago Möbius, draws rich and abundant openings for the imagination where the geometric-figurative meanings are translated into the aesthetic-poetic dimension of the sound, of its 'genetic' make-up and its broader structural organization".
The material that forms the basis for Immagini da Escher is, in fact, the same as that of Arcipelago Möbius. But its molecules are multiplied in an endless play of reflections and refractions. And likewise its external structure is overturned and crossed by new pathways that are interconnected and inverted with respect to the original. It is like saying, with Escher, that the world can be read in any direction and the logic of the antecedent-consequence can be upset at any moment.
The first step in such a process is the enlargement of the ensemble, which passes from a quartet consisting of a clarinet, violin, 'cello and double bass to a sextet in which it is possible to identify three duos that work in combination: the two wind instruments (flute and clarinet), the two strings (violin and 'cello) and the two resonant instruments (piano and vibraphone). While keeping the writing for the three instruments common to both ensembles virtually intact, Fedele expands the sonic space upwards with the flute and downwards and around with the two keyboards. As the composer tells us, "their fusion and their disintegration give rise to the dialectic of a composition in continuous development that is conceived, in reality, with no beginning and no end, but like a series of instances from a continuous flux to which the composer periodically turns his attention".
The external form is made up of seven sections that run one into the other with no psycho-perceptual interruption and re-arrange the pattern of the formal islands of Arcipelago Möbius. The new sequence is as follows: "Scintillante!", "Calmo con increspature...", "Tracce fulminee..." (with a much faster beat than in the first version), Arc-en-ciel (an extraordinary transformation of the 'cello solo into a marvellous trio with the violin and clarinet), "Tracce nell'aria come solchi abissali...", "Cadenzando...", Vulcanico!".
by Claudio Proietti
Sentieri Selvaggi - Live > 2 (2012) Ensemble Sentieri Selvaggi, dir. C. Boccadoro |
Wittener Tage fur neue Kammermusik 2005 (2005) Ensemble Recherche |
· Zlobec Marijan (2016), 'The Slowind Festival Succeeds Again', 30, ott.
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| Ivan Fedele - Immagini da Escher (1/3)2008 | Ensemble Sentieri Selvaggi, dir. Carlo Boccadoro, Teatro dell'Elfo - Milano, 3 novembre 2008, video Ilvio Gallo |
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| Ivan Fedele - Immagini da Escher (2/3)2008 | Ensemble Sentieri Selvaggi, dir. Carlo Boccadoro, Teatro dell'Elfo - Milano, 3 novembre 2008, video Ilvio Gallo |
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| Ivan Fedele - Immagini da Escher (3/3)2008 | Ensemble Sentieri Selvaggi, dir. Carlo Boccadoro, Teatro dell'Elfo - Milano, 3 novembre 2008, video Ilvio Gallo |
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