Animus Anima per due soprani, mezzosoprano, contralto, controtenore, tenore e basso su testi di G. Corti |
Organico: | 2 soprani, mezzosoprano, contralto, controtenore, tenore e basso | |
Anno di composizione: | 2000 | |
(c): | Suvini Zerboni 2000 | |
Numero di catalogo: | 11716 | |
Commissioni: | Neuen Vocalsolisten Stuttgart | |
Prima esecuzione: | Stuttgart, Festival Eclat, 11.2.2001 - Neue Vocalsolisten Stuttgart | |
Durata: | 20' | |
Composto per i formidabili Neuen Vocalsolisten Stuttgart, Animus Anima rappresenta uno splendido passaggio nel percorso di ricerca sulla vocalità compiuto da Fedele a partire dal 1995 e culminato in Antigone (2005-2006) e Stabat Mater (2007). Forma e contenuto di questa pagina sono, inevitabilmente, 'nuovi', ma suonano allo stesso tempo del tutto naturali e possiedono quel sapore di 'inevitabilità' che contraddistingue da sempre la vera opera d'arte. Merito anche della perfetta assonanza estetica e spirituale con l'autore del testo Giuliano Corti, collaudata in anni di collaborazione e tale da consentire la più intima e vera libertà espressiva a entrambi gli artisti.
Scrive Corti a proposito di questo lavoro: «Animus-Anima [è] un binomio indissolubile, una coppia di termini davvero ricca di sorprese e di colpi di scena. [...] Questi due principi, l'ombra del maschile e l'ombra del femminile, formano una cellula fondante del pensiero binario, una coppia di opposti che dinamizza la realtà psichica consentendogli di assumere un andamento dialogico, discorsivo, in divenire. [...] Non credo si possa attribuire alla parola cantata lo status pilatesco di terzo imparziale fra animus e anima. Al contrario la parola quando prende corpo può scegliere la via dell'animus oppure quella dell'anima: in questo ho privilegiato, nel testo, il senso anima della parola lasciando il senso animus alla voce che la canta. In definitiva per il testo di Animus Anima ho scelto la via dell'anima, lasciando alla musica il compito di far risuonare l'animus. Ma per far questo è stato necessario individuare quattro figure, quattro luoghi ai quali l'anima potesse chiedere in prestito le parole da offrire come significati e come significanti al canto. Queste quattro figure sono: origine, eros, anghelòs e voce. Ognuna di queste parti ha con le altre un rapporto di tipo genealogico; l'origine ha bisogno di eros per continuare e il cammino dell'amore trova nell'annuncio un nuovo alimento, nuova aria per alimentare il canto della voce. [...]
Per evitare tutti i lacciuoli della sintassi, che si trasformano poi in fardelli per la musica, il testo si è limitato alle sole parole, senza articoli, congiunzioni, pronomi ecc.... Solo parole che custodiscono un significato e generano variazioni di senso attraverso il gioco degli accostamenti, delle ripetizioni e delle durate. [...] A Ivan Fedele, la decisione e l'onere della scelta e dell'esclusione, proprio come se, giocando sulle qualità fonetiche dei termini, il compositore riacquistasse la libertà dal senso, in quanto, proprio il momento della scelta dà senso alle parole, che sono voci, lemmi, di un antico regesto glossario di parole-cose sull'anima.»
Ecco dunque che il testo di Animus anima si presenta in partitura come una poesia (con tutte le dovute assonanze fonetiche, allitterazioni, proprietà qualitative e quantitative), ma disposta su un diagramma ortogonale. A ciascuna figura richiamata da Corti corrispondono in verticale dei numeri (i versi) e in orizzontale una serie di sette parole per ogni numero. Incipit consta di 84 parole, Eros di 98 parole, Vox di 49 e Anghelos di 35.
In tale 'glossario' la musica si muove con estrema plasticità e invenzione, moltiplicando le tecniche d'emissione, le relazioni fra le parti, la modalità del 'dire' ciascuna parola e ciascun suono. Le quattro figure individuano quattro sezioni separate del lavoro e quattro mondi espressivi. Incipit ("Misterioso e arcano") comincia con il gioco canonico di sussurrii su fonemi consonantici alle voci gravi sul quale il risuonare intonato delle parole (in tutto 31 sulle 84 disponibili) si afferma solo progressivamente, grazie allo slancio di intervalli ascendenti, in un gioco continuo di slittamenti e sfumature da una voce all'altra. Eros ("'Scoccando' il tempo! Intrigante...") è il segmento più breve, caratterizzato da un andamento saltellante, ritmicamente molto definito, una scansione incisiva delle parole che si accavallano e si inseguono, improvvise fermate e, prima della fine, una lunga sequenza parlata con intonazione variabile che il compositore chiede sia "ora incuriosita, ora ingenua, ora meravigliata oppure lievemente delusa...". La terza sezione, Vox ("Con espressione interiore"), è costituita da un'unica tesissima traiettoria in glissando ascendente per un'ottava. Mentre in questa fascia liquidamente instabile galleggiano le parole "voci, sogni, terre, fuochi, venti, profumi, respiri, eterni", una cantillazione leggera e mutevole ne intona altre e progressivamente si appropria di tutto lo spazio amplificando le risonanze vocaliche con infinita dolcezza fino alla sorprendente ed emozionante intonazione, da parte del contralto, di una ninna nanna popolaresca. L'ultima sezione è Anghelòs ("Etereo") un moto continuo "leggero e vivace come un battito d'ali" delle voci femminili su un basso di note lunghe in armonie variabili delle voci maschili. Due sono gli andamenti che si alternano in modo sempre più serrato: quello appena descritto e uno molto più statico, "Con risonanze arcaiche". Quest'ultimo acquista un ruolo sempre più significativo e cerca di imporsi a definire l'insieme, ma nulla può contro il repentino e decisivo gesto finale sulla parola "anghelòs".
La seconda versione del brano, intitolata Animus Anima II, corrisponde esattamente alla precedente composizione, ma ha l'organico leggermente variato in seguito a una modifica della formazione base dei Neuen Vocalsolisten Stuttgart.
a cura di Claudio Proietti
Written for the very capable Neuen Vocalsolisten Stuttgart, Animus Anima represents an admirable step in the exploration of vocal music that Fedele undertook starting from 1995 and culminating in Antigone (2005-2006) and Stabat Mater (2007). The form and contents of this work are, of course, 'new', but they nevertheless seem quite natural and hold that taste of the 'inevitable' that has always marked the true work of art. This is also thanks to the perfect aesthetic and spiritual syntony with the composer achieved by Giuliano Corti's text, the outcome of years of collaboration and such as to allow both artists the most intimate and genuine freedom of expression.
Writing about this work, Corti remarks: "Animus-Anima [is] an inseparable couple, a duet of terms that offers a wealth of surprises and revelations. Animus-Anima. [...] These two principles, the shadow of the masculine and the shadow of the feminine, form a fundamental cell of binary thought, a pair of opposites that drives the psychic reality, allowing it to follow a tendency that is dialogic, discursive, often polemic, but always in development. [...] I do not believe that the sung word can be considered a sort of impartial third party between the animus and anima. On the contrary, when the word is given body a choice must be made between the way of the animus or that of the anima: it seemed opportune to entrust the anima to the word and to leave the singing to the animus. In the end, for Animus Anima, I chose the way of the anima, leaving to music the task of making the animus sing. But to do this it was necessary to define four figures, four places from which Ivan could draw the words to create meanings for the singing. These four figures are: Origin, Eros, Angel and Voice. Each of these parts has a genealogical type of relationship with the others; the Origin needs Eros to continue, and the path of love finds in the Angel's announcement a new aliment, new air to fuel the singing of the Voice. [...]
To avoid the nooses of syntax, which then become burdens for the music, the text is limited simply to words, without articles, conjunctions, pronouns etc.. Just words, holding a meaning and varying in sense depending on their arrangement, repetition and duration. [...] Ivan was left with the onerous task of choice and exclusion, just as if, by playing with the phonetic qualities of the words, he could regain freedom from their literal meanings, since only at the moment of choice is a sense conferred to the words, which are like entries or headings belonging to an ancient glossary of words dealing with the soul".
The text of Animus Anima is therefore treated in the score like a piece of poetry (with all the due phonetic assonances, alliterations, qualitative and quantitative properties), but is arranged on an orthographic grid. Each figure evoked by Corti corresponds vertically to numbers (the lines) and horizontally to a series of seven words for each number Incipit consists of 84 words, Eros of 98 words, Vox of 49 and Anghelos of 35.
In the frame of such a 'glossary' the music moves with extreme plasticity and invention, calling for countless techniques of emission, multiplying the relations between the parts, finding innumerable ways of 'saying' each word and each sound. The four figures correspond to four separate sections of the work and four different worlds of expression. Incipit ("Misterioso e arcano") starts with a canonic play of whispers on consonantic phonemes in the lower voices where the complete words (31 in all out of the 84 available) emerge only gradually, thanks to the surge of rising intervals, in a continuous play of shifting and shadowing between one voice and another. Eros ("'Scoccando' il tempo! Intrigante...") is the shortest section, characterized by a sprightly gait, with a well-defined rhythm, an incisive articulation of the words that overlap and pursue each other, sudden pauses and, before the end, a long spoken sequence with a variable intonation that should be "ora incuriosita, ora ingenua, ora meravigliata oppure lievemente delusa...". The third section, Vox ("Con espressione interiore"), consists of a single, terse trajectory featuring a glissando rising an octave. While the words "voci, sogni, terre, fuochi, venti, profumi, respiri, eterni" float in this liquidly unstable band of sound, a light and mutable chanting intones others and progressively takes over the whole space, increasing the vocalic resonances with infinite sweetness until the surprising and moving emergence of a popular lullaby sung by the contralto. The last section is Anghelòs ("Etereo"), a continuum mobile "leggero e vivace come un battito d'ali" of the female voices over a bass of long notes in variable harmonies sung by the male voices. Two different trends vie in increasingly compact alternation: the one just described and another much more static, "Con risonanze arcaiche". The latter takes on an increasingly more predominant role and tries to impose itself on the profile of the whole, but nothing can counteract the unexpected and decisive final gesture on the word "anghelòs".
The second version of the piece, entitled Animus Anima II, is exactly the same as the previous composition, except for a slight modification in the voices employed owing to a change in the fundamental make-up of the Neuen Vocalsolisten Stuttgart.
by Claudio Proietti
Sciarrino Gesualdo Fedele - Fuoco e ghiaccio madrigale (2002) Neue Vocalsolisten Stuttgart
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