Concerto per pianoforte e orchestra |
Meta di un lungo percorso di avvicinamento, il Concerto per pianoforte e orchestra segna l'eclatante proposizione di Fedele nel campo del grande pianismo solista che aveva segnato le sue prime esperienze musicali. Simbolico è il fatto che egli abbia affidato la prima esecuzione di un caposaldo così significativo del proprio catalogo a Bruno Canino, suo indimenticato maestro di pianoforte al Conservatorio di Milano.
Come in tutti i suoi pezzi per strumento solista e orchestra, il concetto di risonanza vi occupa un ruolo centrale, ispirando sia l'idea del suono che le forme attraverso le quali essa si realizza. Anche in questo caso la materia sonora percorre, nell'orchestra, circuiti di moltiplicazione, rifrazione, diffrazione per mezzo dei quali essa viene proiettata nello spazio anamorficamente. Ma affrontando un concerto per pianoforte e orchestra nessun compositore può sottrarsi al confronto con la tradizione e in questo senso Fedele fa i conti tanto con la memoria, sensibile e personale, dei riflessi che condizionano il modo di "toccare" la tastiera, sia con i problemi della macroforma. Ne scaturisce un organismo diviso in quattro sezioni principali, più una cadenza che si colloca fra la terza e la quarta, i cui rapporti ponderali ricordano quelli fra le varie fasi di un Allegro di sonata classico. Ma piuttosto che una direzionalità narrativa e dialettica, il compositore percorre un'esplorazione pluridimensionale della materia sonora originaria. Questo processo esclude la ripetizione letterale e implica, riconfermando la metafora già applicata altrove, un principio di reciprocità fra il solista-viaggiatore e il paesaggio-orchestra. Lo stupore, l'innamoramento e la compenetrazione fanno sì che l'uno modifichi la percezione e la natura dell'altro. E se si considera che nella musica di Fedele l'ascoltatore non ha mai un ruolo passivo, ma interagisce direttamente nel processo con la sua propria capacità percettiva, ecco che questo concerto si pone come un perentorio modello di nuova drammaturgia sinfonica.
a cura di Claudio Proietti
The final destination at the end of a long and tortuous way, the Concerto for piano and orchestra constitutes Fedele's astonishing affirmation in the field of grand solo pianism that marked his early musical experience. And it is symbolic that he entrusted the first performance of such an important landmark in his career to Bruno Canino, his unforgotten piano teacher at the Milan conservatory.
As in all his pieces for solo instrument and orchestra, the concept of resonance plays a central role, providing the inspiration not only for the sound but also for the forms through which it is created. Once more the sonic matter travels through circuits of multiplication, refraction, and diffraction in the orchestra, whence it is launched anamorphically into space. But in writing a concerto for piano and orchestra no composer can avoid coming to terms with tradition and in this sense Fedele tackles the memory, sensitive and personal, the reflexes that condition the way of 'touching' the keyboard, and also the question of the macro form. The result is an organism divided into four main sections, plus a cadenza between the third and fourth part. The underlying relations between the different sections recall those between the various phases of the Allegro movement of a classical sonata, but rather than a narrative and dialectic directionality, the composer undertakes a multidimensional exploration of the basic sonic matter. This process excludes any literal repetition and, reasserting the metaphor already applied elsewhere, implies a principle of reciprocal exchange between the soloist-traveller and the landscape-orchestra. The stupor, the mutual care and permeation, means that the one modifies the perception and nature of the other. And if we consider that in Fedele's music the listener never has a passive role, but directly participates in the process with his own perceptual capacity, then this concerto can be seen as a bold model of new symphonic dramaturgy.
by Claudio Proietti
Ivan Fedele - Concerto per pianoforte - Epos - Chiari (2012) pf. B. Canino, Orchestre Philharmonique de Radio France, dir. L. Pfaff
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· Gervasoni Arturo, Directionnalités dans la musique d’Ivan Fedele, corso di Musicologia, Université Rennes 2 - Haute Bretagne, 2007, relatore Hervé Lacombe.
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