Flamen per quintetto di fiati |
Organico: | flauto, oboe, clarinetto, corno, fagotto | |
Anno di composizione: | 1994 | |
(c): | Suvini Zerboni 1994 | |
Numero di catalogo: | 10789 (partitura in vendita)
10790 (materiale in vendita) |
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Commissioni: | Quintetto Bibiena | |
Prima esecuzione: | Riva del Garda, Musica Riva, 22.7.1994
Quintetto Bibiena |
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Durata: | 13' | |
Anche nella piccola dimensione del quintetto di fiati, Fedele non rinuncia all'idea del suono inteso come rappresentazione dello spazio. Flamen (in latino "soffio") dispone i cinque strumenti piuttosto distanti l'uno dall'altro e su piani rialzati differenti, in modo che descrivano una forma ad arco che vede flauto, oboe, corno (al centro, nel punto più interno e rialzato), fagotto e clarinetto disposti nell'ordine da sinistra verso destra. Anche in questo caso, come per Richiamo, la geometria delle fonti sonore non è studiata solo per ottenere effetti di risonanza e riverberazione, ma soprattutto perché le figure attraverso le quali si articola la composizione descrivano differenti percorsi nello spazio secondo i principi di attrazione, simmetria e stratificazione che regolano l'interazione tra i cinque strumenti. Tali figure non sono disegni melodici o tematici, ma piuttosto arabeschi filamentosi che discendono dal repertorio storico degli abbellimenti (gruppetti, rapidi ribattuti, arpeggi guizzanti, appoggiature, acciaccature, trilli) e che designano uno spazio sonoro e fisico mutevole e inafferrabile. Tutta la prima parte della composizione è lavorata in questo modo con sistematica puntigliosità e vorticoso virtuosismo. La seconda, che prende avvio da una lunga nota tenuta del corno, presenta diversi segmenti caratterizzati da materiali di partenza più quieti e riflessivi; ogni volta, però, essi sono dapprima timidamente insidiati e poi sempre più esplicitamente aggrediti, fino a essere sopraffatti, dalla ricomparsa delle figure iniziali in continue e frenetiche trasformazioni.
a cura di Claudio Proietti
Even when writing for the more intimate domain of the wind quintet, Fedele continues to pursue the idea of sound as a representation of space. In Flamen (in Latin "breath") the five instruments are set quite far apart from each other and on raised platforms of differing heights, so that they form a type of arch made up, from left to right, of the flute, oboe, horn (in the centre, at the innermost and highest point), bassoon and clarinet. As in Richiamo, the geometry of the sound sources is conceived not only to obtain effects of resonance and reverberation, but more especially so that the figures that underpin the composition follow different routes in space in accordance with the principles of attraction, symmetry and stratification that govern the interaction between the five instruments. These figures are not melodic or thematic patterns, but rather thread-like arabesques that derive from the historical repertory of embellishments (turns, rapid repeated notes, quivering arpeggios, appoggiaturas, acciaccaturas, trills) and define a sonic and physical space that is changeable and ephemeral. The whole of the first part follows this modality with systematic obstinacy and dazzling virtuosity. The second, which starts with a long held note on the horn, presents various segments characterized by quieter and more reflexive material; each time, however, they are attacked, at first timidly and then more openly, until being finally overwhelmed by the return of the opening figures in continuous and frenetic transformation.
by Claudio Proietti
Flamen (1995) Quintetto Bibiena
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