Latìnamix, il cui titolo deriva dal nome della città dove fu ospitata la sua prima esecuzione, appartiene, come Aiscrim, alla sfera del gioco (l'organico è quanto meno curioso!) e dell' improvvisazione. Anche in questo caso alcune formule strumentali ben connotate (l'arpeggio, la nota ripetuta ecc.) funzionano da propulsori e indicatori di percorso. L'esperienza diventa ancor più divertente e stimolante perché Latìnamix è organizzata in tre pezzi e dunque il gioco si ripete tre volte, con materiali diversi, e con esiti ricchi di sorprese. La presenza nella prima versione di una parte ad libitum, teoricamente inconcepibile nella musica di Fedele tutta fatta di relazioni interne che definiscono la coerenza stessa della struttura formale, fu dettata da una curiosa contingenza pratica dell'ensemble committente che non sempre poteva disporre di un flautista!
Successivamente, e in seguito a varie esperienze de facto, il compositore ne ha realizzato anche una versione con il violino al posto della chitarra.
a cura di Claudio Proietti
Latìnamix, whose title derives from the name of the town where the first performance took place, belongs, like Aiscrim, to the world of play (the original instrumentation is quite unusual!) and of improvisation. Here too, certain well defined instrumental formulas (the arpeggio, the repeated note etc.) guide and mark the way. The experience becomes even more entertaining and stimulating because Latìnamix is organized into three pieces and so the game is repeated three times, with different materials, and with results full of surprises. The presence in the first version of an ad libitum part, theoretically inconceivable in Fedele's music, which is all made up of internal relations defining the very coherence of the formal structure, was the outcome of a curious practical contingency on the part of the ensemble who commissioned the piece, since they could not always guarantee the availability of a flautist!
Later, and after various de facto experiences, the composer also made a version with the violin in place of the guitar.
by Claudio Proietti